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A partire dal 1 maggio 2015, il primo e il terzo venerdì di ogni mese, alle ore 12.20 in onda a RadioVera, Paola Ceretta condurrà con Alex Rusconi la rubrica "In/trigo di Venere"...in ogni puntata una vostra storia...una nostra canzone e due chiacchiere sul tema donne, uomini, coppie e social!!!
Venerdì 1 MAGGIO....METTETE LA SVEGLIA NEI VOSTRI CELLULARI!!!....ORE 12,20!!!! COLLEGATEVI CON RADIOVERA PUNTATA N.1 DELLA RUBRICA "In/trigo di Venere", Paola Ceretta ed Alex Rusconi insieme ...raccontando le vostre storie, le nostre canzoni.... e a seguire ogni 15 giorni sempre il venerdì...sempre alle 12.20...ogni puntata una canzone, una storia e 4 chiacchiere sull'annoso tema...DONNE, UOMINI, COPPIE E SOCIAL!!!! SEGUITECI!!!! “LA BEATA DANNATA COMPAGNIA”, canzone inedita scritta da Paola Ceretta e Cristian Rocco , tratta dal nuovo lavoro discografico dell’instancabile e creativo trio bresciano dedicata a Enzo Jannacci e Giorgio Gaber.
I due grandi cantautori, uno con lo smagliante sorriso, l’altro con l’indimenticabile cappello nero, si incontrano idealmente in paradiso nuovamente per cantare insieme, con sublime ironia, da una terrazza di luce. Un sentito omaggio ad un cantautorato intelligente, ironico e musicalmente ardito, che ha contribuito ad influenzare la produzione musicale del prossimo disco dell’Ensamble dal titolo “Intrigo di Venere”, fortemente imperniato sul mondo femminile con modalità e sentimenti visti alla luce del terzo millennio , storie vere, raccolte in due anni di concerti “live” e che verrà presentato integralmente nel mese di marzo 2015. Il brano ha riscosso un apprezzamento notevole che si è espresso in fragoroso applauso finale. Testo: La beata dannata compagnia (sol+) di Paola Ceretta e Cristian Rocco ed. Retropalco12/22/2014 Mi son trovato come non ricordo
In uno spazio illuminato a giorno Mi sento ancora tutto ribaltato Ma dentro il cuore sono in pace col creato E mentre sto chiedendo ancora come Mi viene incontro uno smilzo cappellone Con un sorriso grande ed abbagliante Me lo ricordo , faceva il cantante “Ueh Enzo, non offendere , cantante sarai te Ed anche musicista , …..eccelso dottore” “Dai Giorgio, ofendes minga per piasè, e dimmi, cosa ci fai qui mio caro attore?” Che tutti pensan tu sia deceduto E invece ti ritrovo qui con me seduto Su sto terrazzo illuminato al sole Che non ne esiste un altro bello uguale Mio caro Enzo ti stavo aspettando Che sul terrazzo mi sto un po’ annoiando Qui tutto fila sì beatamente E la giustizia qui funziona veramente Quel che mi manca però proprio tanto È una cantata vera in compagnia Chitarra e piano ti ho già preparato E i nostri amici son laggiù in fondo alla via… Rit L’Armando canta come dentro al bar La fisarmonica la suonerà Veronica Il clacson forte la Torpedo squillerà Ed il “barbun” cui scarp del tennis il tempo ci terrà E se il Cerutti col Riccado stonerà Il palo dell’ortica sifola l’armonica La Margherita ci sorprenderà Facendo i cori ai tipi di Barbera e Champagne A squarciagola le abbiam cantate tutte Il puli puli, “Ho visto un re” e “Porta romana” C’erano tutti i nostri personaggi Che con you tube li puoi trovare oggi E certo proprio non avrei pensato Di ritrovarli tutti quanti dal Beato Che sapevamo fossero dannati Solo perché usati sfruttati e maltrattati E allora sai cosa ti dico Enzo, Che di cantare io non sono stanco E raccontarli ha fatto bene al mondo O solo a loro, non me ne so rendere conto Ma Quel che manca quando arriva sera La voce di chi ho amato una vita intera Aggiungeremo anche la batteria che i nostri amici son laggiù in fondo alla via Rit DOMENICA 9 NOVEMBRE ALLE ORE 17,00 al Teatro dal Verme di Milano l’Associazione “Amici del Policlinico e della Mangiagalli donatori di sangue Onlus” ha reso un omaggio alle canzoni milanesi con un concerto dal titolo: “Le tradizioni Milanesi e lombarde dagli anni ’40 ad oggi ” che ha coinvolto l’Ensamble bresciano “In/trigo” costituito da Paola Ceretta (voce del trio e direttore artistico dell’Accademia Musical-Mente), Enrico Catena (batteria e percussioni) Cristian Rocco (chitarra classica, acustica, elettrica) insieme a Marco Giubileo (basso) e Sandro Allario (fisarmonica) che per l’occasione si è avvalsa anche di un quartetto d’archi: Igor Riva (primo violino), Diego Ceretta (secondo violino), Barbara Massaro (viola), Gabriele Battaglia (violoncello) e di una pianista Marta Ceretta, diretti dall’eclettico e dinamico maestro Daniele Parziani.
La Fondazione Pomeriggi Musicali ha organizzato la serata di beneficienza al Teatro dal Verme in favore del Centro Trasfusionale Donatori di sangue. Introducendo lo spettacolo, un referente del Centro, ha informato gli spettatori come pur diminuendo il numero complessivo dei giovani donatori, le iscrizioni siano arrivate al considerevole numero di 4300 ragazzi di cui ben 500 nuovi donatori. Paola Ceretta ha condotto interamente la serata portando, con fascino e abilità, gli spettatori in una Milano degli anni ’40, grazie all’eredità della nonna milanese fatta di oggetti, segreti, pettegolezzi e tanto amore. Anche la musica di Jannacci, Gaber e D’anzi pare scaturire dall'interno di una vecchia valigia di cartone originale degli anno ’40 ed aiutano la brillante artista a fare un omaggio alla canzone milanese di fronte ad un pubblico di piu’ di 1000 spettatori milanesi doc. Fra narrazione personale ed evocazione di ricordi della società milanese di un tempo si parte dalla classica canzone di Giorgio Gaber “PORTA ROMANA”. Dalla valigia esce un vecchio biglietto del cinema Carcano, un pretesto per cantare VERONICA (Enzo Jannacci) che svolgeva con passione uno dei mestieri più antichi del mondo "in pe' ". Dalla signorina di città degli anni 40 “Gagarella” , attraverso un antico asciugamano di lino ricamato “al gigliuccio” si passa alle donne provinciali che venute a Milano per lavorare rimpiangevano i bei "fiulon" rubizzi e imponenti che però spopolavano nelle balere rovinandosi PER UN BASIN (Enzo Jannacci). Dalla valigia affiora anche una rosa rossa secca perfettamente conservata, un momento dolce e romantico perfettamente rappresentato da NON ARROSSIRE (Giorgio Gaber) completato da un assolo di flauto traverso di Paola Ceretta Siamo arrivati sull’asse temporale della narrazione alla seconda guerra mondiale. Ecco apparire la macchinetta per fare il caffè che usavano i soldati in trincea, che porta immediatamente a MA MI (Strheler-Carpi). Emerge dalla valigia il classico fiasco di vino che si beveva nei “trani”, fieri antenati dei bar ed eredi dell’osteria, sempre brulicanti di strani personaggi tipici dell’epoca come IL RICCARDO (Gaber), o i pettegoli, o ladri di chiara fama come il Gino de LA BALLATA DEL CERUTTI (Gaber). Il furto della lambretta del nonno è il pretesto per cantare FACEVA IL PALO, ovviamente nella banda dell’Ortica, e L'ARMANDO (Jannacci). Parte del corredo che emerge dalla sorprendente valigia è un bicchiere che fa sgorgare BARBERA E CHAMPAGNE (Gaber), mentre un floscio cappello nero con la piuma, tipico degli anni 40, rappresenta perfettamente le ragazze che cercavano di avanzare nella scala sociale con scarsi mezzi sia economici che culturali, appunto come LA GAGARELLA DEL BIFFI SCALA (Giovanni D’Anzi). Il simbolo del benessere per eccellenza il claxon vero di una TORPEDO BLU (Gaber) scatena il pubblico insieme alla classica MADUNINA (D’Anzi) scintillante in una bolla di vetro con la neve e il duomo all’interno. Chiude il concerto una canzone inedita scritta da Paola Ceretta e Cristian Rocco “LA BEATA DANNATA COMPAGNIA”, tratta dal nuovo lavoro discografico dell’instancabile e creativo trio bresciano dedicata a Enzo Jannacci e Giorgio Gaber. I due grandi cantautori protagonisti della serata, uno con lo smagliante sorriso, l’altro con l’indimenticabile cappello nero, si incontrano idealmente in paradiso nuovamente per cantare insieme, con sublime ironia, da una terrazza di luce. Un sentito omaggio ad un cantautorato intelligente, ironico e musicalmente ardito, che ha contribuito ad influenzare la produzione musicale del prossimo disco dell’Ensamble dal titolo “Intrigo di Venere”, fortemente imperniato sul mondo femminile con modalità e sentimenti visti alla luce del terzo millennio , storie vere, raccolte in due anni di concerti “live” e che verrà presentato integralmente nel mese di marzo 2015. Il brano ha riscosso un apprezzamento notevole che si è espresso in fragoroso applauso finale. Il Maestro Daniele Parziani ha saputo esprimere anche nell’inedito il meglio delle specifiche competenze di un ensemble composto da musicisti provenienti da ambiti così diversi: la sinfonica degli archi e lo smooth jazz della band, il teatro e la canzone di Paola Ceretta. Il pubblico entusiasta e commosso, ha applaudito calorosamente ad ogni canzone e si è alzato in piedi alla fine del concerto per un omaggio sentito . Il bis concesso è stata “La Ballata del Cerutti”, cantato a squarciagola nel ritornello anche dal pubblico che a tratti si sostituiva alla cantante. Fra il pubblico era presente anche l’ex ministro Sirchia con la moglie e tanti musicisti della scena milanese, tra questi citiamo il M Surdi, famoso batterista di Branduardi , Milva e Mannoia che ha espresso in un abbraccio forte a Paola Ceretta, il suo particolare apprezzamento. L'amore esiste? Sì. E' per tutti? No. Partendo da questo presupposto, una musicista e una giornalista, binomio inedito, legato dall'omonimia del nome e da una probabile parentela, hanno deciso di indagare il mondo delle relazioni sensual-sentimental-sessuali, sia dal punto di vista femminile che da quello maschile. Uomini e donne, nei brani musicali e negli intermezzi narrativi ispirati a storie vere diventano dei tipi che si muovono in un mondo di coinvolgimenti usa e getta che creano l'illusione dell'amore eterno. Così, la dolce Cenerentola delle favole va, ancora, a caccia dell'efebico principe azzurro, solo che lei si è trasformata in una donna disinibita , spregiudicata, talvolta sprovveduta e lui in un guascone nemmeno troppo simpatico, ladro di sentimenti per saziare la propria fame di autostima, sempre più schiacciata sotto luccicanti tacchi 12. In mezzo ai due estremi, una serie infinita di sfumature dell'essere umano e del suo rapportarsi al sesso opposto, percepito dagli uomini come altro da sé, dalle donne come componente necessaria alla propria esistenza, entrambi fagocitati, più o meno volontariamente dal nuovo romanticismo cibernetico. Venere, che tutto governa nella beltà e negli affari di cuore, si sdoppia e si raddoppia, divenendo demiurga di un mondo reale che si intreccia e si fonde con quello artificiale e virtuale. L'impianto narrativo è strutturato in un trittico: la prima parte dedicata all'universo maschile, la seconda a quello femminile e la terza al momento in cui questi due mondi vengono in contatto, grazie alle tecniche di approccio, conquista e abbandono. Ogni parte comprende una selezione di racconti e brani musicali, che completandosi a vicenda, in un continuo gioco di rimandi e sovrapposizioni, giungono a un finale comune, in cui le singole identità si ricompongono. |